Informatica Umanistica

Trovandosi al crocevia degli scambi tematici più disparati, l’Informatica Umanistica si trova oggi quasi vocata a ricomporre una relazione perduta tra i due mondi del sapere. Ne costituisce anzi, il punto di contatto, poiché la sua essenza è principalmente metodologica e non applicativa, cfr.

In questa direzione, il primo testo teorico che si è interessato al rapporto tra filologia e informatica è stato La critique des textes et son automatisation di Dom Jacques Froger, il quale ha mostrato come il calcolatore sia solamente uno strumento al servizio del filologo e non un suo sostituto, cfr.

  • D.J. Froger, La critique des textes et son automatisation, Paris, Dunod 1968 (Initiation aux nouveautes de la science, 7).

Ma una svolta fondamentale si è avuta al Convegno Internazionale di Parigi su La pratique des ordinateurs dans la critique des textes del 1978 dove, grazie anche alla partecipazione di Cesare Segre, il computer è stato presentato come un generatore di problemi, soprattutto nel campo della trascrizione e della codifica editiva.

I partecipanti a questo convegno, che avevano usato procedimenti informatici in ecdotica, cercarono di fare il punto sulla situazione e sulle prospettive in questo campo, evidenziando una crisi non tecnica ma teorica: una delle ragioni, la diffidenza dei filologi tradizionalis, cfr.

  • La pratique des ordinateurs dans la critique des textes. Colloque international du CNRS, nr. 579 (Paris, 29-31 mars 1978), eds. J. Irigoin, Paris, Editions du CNRS 1979 (Colloques internationaux du Centre national de la recherche scientifique). 

Su natura, oggetti e metodologie dell’informatica umanistica esiste ormai una letteratura abbastanza ampia. In Italia, dello status teorico e della sua collocazione istituzionale si è occupato in particolare Tito Orlandi in numerosi articoli e interventi, cfr.

  • T. Orlandi, Informatica umanistica. Riflessioni storiche e metodologiche con due esempi, in Studi di codifica e trattamento automatico di testi, a cura di G. Gigliozzi, Roma, Bulzoni 1987 (Informatica e discipline umanistiche, 1), pp. 1-38.
  • Id., Informatica umanistica: realizzazioni e prospettive, in Calcolatori e scienze umane: archeologia e arte, storia e scienze giuridiche e sociali, linguistica, letteratura. Scritti del Convegno organizzato dall’Accademia Nazionale dei Lincei e dalla Fondazione IBM Italia, a cura di S. Moscati, G. Adamo, E. Presutti, Milano, ETAS libri 1992 (Fondazione IBM Italia), pp. 1-22.

  • Id., Informatica, formalizzazione e discipline umanistiche, in Discipline umanistiche e informatica. Il problema della formalizzazione, Ciclo di Seminari (Febbraio-Giugno 1994), a cura di T. Orlandi, Roma, Accademia Nazionale dei Lincei 1997 (Contributi del centro linceo interdisciplinare Beniamino Segre, 96), pp. 7-17.

Solo raramente tuttavia, la discussione italiana ha avuto carattere fondazionale e ancor meno è riuscita a fare breccia all’esterno della ristretta comunità degli addetti ai lavori. Più vasto è stato sicuramente il dibattito internazionale, che ha vantato numerosi studi specialistici e una letteratura periodica ormai affermata: tra le pubblicazioni più diffuse: Literary and Linguistic Computing, Computing and Humanities, Journal of the Association for History and Computing.

Bibliografia generale

Sezione Storia e Informatica

Alle origini dell'Informatica Umanistica